Valentina Parisi

è nata nel 1976 a Milano, dove abita. Dopo il dottorato di ricerca in letterature slave, ha vissuto all’estero con varie borse di studio, in Germania e a Budapest. Attualmente assegnista di ricerca in letteratura russa presso l’Università degli Studi di Pavia, ha tradotto dal russo opere di Alexandra Petrova, Lev Šestov, Pavel Florenskij, Léon Bakst, Pavel Sanaev, Vasilij Grossman, Anton Čechov, Vasilij Golovanov e, dal polacco, testi in prosa di Wisława Szymborska, Adam Zagajewski, Hanna Krall, Stanisław Lem. Ha pubblicato un libro sull’editoria clandestina nell’Urss ("Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956-1990", Il Mulino, 2014) e la "Guida alla Mosca ribelle" (Voland, 2017). Dal 2007 collabora regolarmente alle pagine culturali de «il manifesto» e di «AliasD». Ha scritto inoltre su «Diario della settimana», «Galatea», «Pagina 99» e «alfabeta2».

Lotman tra le muse

15/06/2022
Indefesso propugnatore di un modello sistemico di cultura in cui tutto circola, interagisce e si modifica, Jurij Michajlovič Lotman, essendo inviso alle autorità sovietiche e pertanto privo di un passaporto per l’estero,

Occhi segreti

02/06/2021
In quel libro di invidiabile audacia intellettuale che è "Images malgré tout", Georges Didi-Huberman situava l’origine dell’immagine fotografica “all’incrocio tra la scomparsa prossima del testimone e l’irrappresentabilità della testimonianza”, radicandola dunque nell’urgenza

Coprire Venere

28/04/2021
In un passato non lontano i furori iconoclasti della destra filo-ortodossa russa si abbattevano sull’arte contemporanea; di recente, complice forse la penuria dell’offerta espositiva in tempi di pandemia, si sono dirottati sulla

Lotman va al cinema

01/04/2020
Il 17 aprile 1976 Boris Uspenskij annunciava per lettera al collega Jurij Lotman di aver inaspettatamente ricevuto al suo indirizzo moscovita il volume da loro scritto a quattro mani, Semiotica e cultura,
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