Cosa ci infastidisce e tocca maggiormente e con maggiore impeto? La massa? La concentrazione di corpi viventi e volanti? Il rischio di…
vive e lavora a Bologna. La sua ricerca si focalizza sulla vocalità, sui linguaggi performativi e su alcune forme irregolari dei linguaggi letterari. Lucia Amara è una teorica dell’arte scenica particolarmente interessata alla sperimentazione tra teoria e pratica. Con una formazione in lettere classiche, semiologia, arti sceniche e ricerche post-dottorali (DAMS Bologna, Università di Firenze, Paris VII con Julia Kristeva, Ecole des Hautes Etudes, con Georges Didi-Huberman, Scuola Normale Superiore di Pisa) ha svolto ricerche su democrazia antica, i viaggi messicani di Warburg e Artaud, la fisica del movimento, la glossolalia, il gioco d’azzardo, gli archivi della parola e della voce. Ha scritto saggi su Artaud, di De Certeau, Wolfson, Deligny. Nel 2005 è stata tra i critici chiamati da Romeo Castellucci alla Biennale Teatro di Venezia Tra le ultime pubblicazioni: Teatro Infantile. L’arte scenica davanti agli occhi di un bambino con Chiara Guidi; e Utopie Vocali di Michel De Certeau. Ha collaborato con artisti della scena europea tra cui Kinkaleri, Claudia Triozzi, Michele Di Stefano, Margherita Morgantin e Cristina Rizzo, con la quale ha progettato la performance di lunga durata Loveeee. Ha insegnato Teoria e Pratica della Performance alla Libera Università di Bolzano, e insegna da qualche anno Arte Drastica presso la Scuola Conia, diretta da Claudia Castellucci. Ha collaborato a riviste quali Art’o, Culture Teatrali, Doppiozero, e contribuito ai quaderni di F.I.S.Co. e Live Arts Week (Xing), proseguendo come ‘osservatrice implicata’ per questa decima edizione di Live Arts Week.
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