Per quanto mi riguarda la relazione all’immagine è piuttosto primitiva, brutale, e rimonta di fatto all’infanzia. Come ogni bambino guardavo le immagini…
JEAN-CHRISTOPHE BAILLY (Parigi, 1949) insegna all’École nationale supérieure de la Nature et du Paysage di Blois. Poeta, saggista e autore teatrale, ha pubblicato numerose opere, tra le quali "Le versant animal" (2007), "Le dépaysement" (2011) e "La phrase urbaine" (2013), "L'imagement" (2020). Tra i suoi lavori tradotti in italiano, "L’apostrofe muta. Sui ritratti di Fayum" (Quodlibet 1998 et Doppiozero 2015), "L’instante e la sua ombra" (Bruno Mondadori 2010), "Il partito preso degli animali" (Nottetempo 2015) e "La frase urbana" (Bollati Boringhieri 2016).
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MATTEO MARTELLI insegna all’Università di Strasburgo e si occupa di letteratura contemporanea e di scambi tra scrittura letteraria, arti visive e filosofia. Tra i suoi recenti lavori, "La scrittura dello sguardo", ed. con M. Spunta (Presses Universitaires de Strasbourg 2020) e "L’impensé du regard. Trois études sur Gianni Celati et les arts visuels" (Quodlibet 2019).
Per quanto mi riguarda la relazione all’immagine è piuttosto primitiva, brutale, e rimonta di fatto all’infanzia. Come ogni bambino guardavo le immagini…