Giorgia Bongiorno

(Padova, 1966) vive a Parigi e insegna Letteratura Italiana all’Université de Lorraine a Nancy, dopo essersi occupata a lungo di letteratura francese e soprattutto dell’opera di Antonin Artaud di cui ha curato un’antologia poetica per la collana bianca di Einaudi (“Artaud le Mômo, Ci-gît e altre poesie”, 2013). Si è in seguito focalizzata sulla poesia italiana del dopoguerra e in particolar modo sull’opera di Andrea Zanzotto. Ha co-diretto il volume “Nel “melograno di lingue”. Andrea Zanzotto: plurilinguismo, traduzione” (FUP, 2018). Ha pubblicato studi su poeti del Ventesimo e Ventunesimo secolo (Quasimodo traduttore, Zanzotto, De Angelis, Gualtieri, Annovi, Biagini, Targhetta, Anedda), ma si è anche interessata alla narrativa (Robbe-Grillet, Savinio, Bellonci, Sanguineti, Siti, Mari), co-dirigendo fra l’altro un numero di “Quaderni del Novecento” sulle “Forme moderne della narrazione. Parole immagini serialità” (2014). Ha tradotto narrativa e saggistica francese e si interessa alle teorie della traduzione.
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