Aldo Tagliaferri
è nato a Milano nel 1931; è stato a lungo redattore, poi direttore editoriale della casa editrice Feltrinelli. Fra le sue pubblicazioni, “Beckett e l’iperdeterminazione letteraria” (Feltrinelli 1967 e 1979), “L’estetica dell’oggettivo” (Feltrinelli 1968), “Fabulous Ancestors. Stone Carvings from Sierra Leone and Guinea” (Africana Publishing 1974), “L’invenzione della tradizione” (Spirali 1985), “Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa” (DeriveApprodi 2004 e Mimesis 2016), “La via dell’impossibile. Le prose brevi di Beckett” (Edup 2006) e “Presentimenti del mondo senza tempo. Scritti su Emilio Villa” (Argolibri 2022). Ha curato fra l’altro le “Lettere” di Ezra Pound (Feltrinelli 1980), le “Opere poetiche”, “Arte dell’uomo primordiale” e “Attributi dell’arte odierna” di Emilio Villa (Coliseum 1989, Abscondita 2007 e Le Lettere 2008), “Disiecta” e la “Trilogia” di Samuel Beckett (Egea 1991 e Einaudi 1996), “Cose che sono parole che restano” di Corrado Costa (Diabasis 1995). Con Giorgio Barbaglia ha scritto “Uno e due. Indagini sul teatro dell’onnipotenza” (Sipiel 1998) e con Chiara Portesine “Emilio Villa e i suoi tempi. Finestre per la monade” (Mimesis 2016).