Aperta dal 30 ottobre al 10 gennaio, la mostra di Claudia Losi Tra le infinite combinazioni possibili, curata da Adriana Polveroni, è il nuovo appuntamento – dopo quelli dedicati a Vittorio Corsini, Flavio Favelli e Bruna Esposito – della serie Arte in Fabbrica che si tiene ogni anno nello stabilimento Gori Tessuti di Fabio e Paolo Gori, a Calenzano (FI). Dal catalogo, pubblicato come sempre dal marchio di famiglia Gli Ori, riportiamo – per la cortesia di autrici, curatrice ed editori – una serie di acquerelli che nel volume si alternano e variamente giustappongono ai versi di Elisa Biagini. I diversi bestiari della poetessa e dell’artista mutuano ciascuno le caratteristiche dell’altro, dando così vita a un ibrido mediale del quale alle 18 del 2 dicembre si potrà fare esperienza anche dal vivo, in fabbrica, nel corso di una performance che vedrà anche la partecipazione della musicista (ma con background di studi artistici, al pari del resto di Biagini) Gea Brown.
A.C.
something else is alive
Ted Hughes
il suono che continua dopo che sei passato
e solo odore, la forma lasciata
con occhi nudi nel buio incompleto
il pensarsi attraverso la pelle, le squame
occhi duri come zoccoli

pupille umide di ore
baffi intrecciati di attesa
dentro il cerchio delle tue antenne
specchiata in ogni squama

in attesa che ricresca il pelo
mi superi nel raggio del tuo occhio
code sfiorate, brivido di riconoscimento

i nostri nasi alzati alla pioggia che non cade
come appena voltato lo sguardo, quello che sempre sfugge
sillabe in ritardo, in arrivo

riconosciuti nello spazio tra
il nostro vederci è l’opposto del tempo
questa cosa del folto che riconosco mia

sempre nella corrente dell’aperto
quell’unghia, somiglianza intravista

l’orecchio che torno a piegare
da narice a narice, il medesimo soffio

attraverso la tua porta d’osso
la tua zampa mi ferma il vestito dell’ombra

un viso di peli nello specchio
in attesa che ricresca il pelo
la non-lingua che si sa

quel tutto che siamo, meno la luce
il disfarsi serale, il rifarsi di ogni mattino
mi superi nel raggio del tuo occhio
dove la nostra storia si assottiglia

non essere altro da
il mai fermo, fotogramma impossibile
un orizzonte di pinne, prima della discesa

gli occhi di lato, per le cose che ti corrono accanto
baffi intrecciati di attesa
il tempo che non ho usato non è passato

Per E. ti stringo forte scalci, ti scrolli indecisa se sottrarti, mi guardi: annusi che di te voglio lo sguardo, il tuo vedere tondo, senza il braccio dell’ora: ti guardo dal confine di pelliccia, ci ascolto i rumori nel petto insieme ci addormentiamo nella lingua.