Seduta su una sedia sdraio del giardino, mi trovo in mezzo a una edenica corrente d’aria, non nell’hinterland milanese, ma in Sardegna. Anche in Sardegna non piove, eppure tutte le mattine si annaffia per consolare turisti che piangono fiori, fiori lasciati morire nel fuori stagione. I cavalli dei vicini vivono in un campo incolto di mille metri quadrati, tra un residence e una casa diroccata. Si nascondono all’ombra dell’unico albero. Brucano sterpaglie secche. Strizzano gli occhi intasati di mosche ogni volta che qualcuno passa con un asciugamano sulla spalla. Si spingono con le teste oltre la recinzione dalla quale potrebbero scappare. L’altrove serve alla vita che proprio lì non ha luogo. Il cavallo maschio ha una corda al collo, il nodo gli ciondola, possiamo disinteressarcene ma il cavallo ha una corda al collo. Esistono anche le buone notizie! dice una voce di donna, al telefono. La sua voce riecheggia nella strada vuota. Dobbiamo crederle.
Immagine: © Sabrina Ragucci