Google Alert. Jean-Luc Nancy

«Hai ricevuto questa email perché sei iscritto a Google Alert»; lo sei da molti anni, ormai, almeno dal 2015. Da quella data imprecisata – approssimazione di convenzione – ricevi due o tre email come questa ogni giorno, ma non le leggi più, neanche le apri. Ti limiti a cestinarle.

Hai dedicato la tesi di laurea magistrale al suo pensiero, anzi al suo corpus: “Jean-Luc Nancy: decostruzione e scrittura del «fuori»”. La discussione – quella sì – può contare su una data documentata: 19 ottobre 2016.

Nancy è deceduto il 23 agosto 2021, a Strasburgo – nella città ha sede l’università dove insegnava da decenni. Un altro fatto del mondo registrato.

Ciononostante, continui a ricevere alert, rimani iscritto al servizio che rileva e notifica nuovi risultati corrispondenti ai termini di ricerca impostati dall’utente. Questi aggiornamenti riproducono un legame simbolico, differito e indifferibile, rappresentano la prestazione di un rituale apotropaico, anche religioso, e comunque cattolico perché transustanziale: corpus e spirito, tutto in un’email. Decostruzione del cristianesimo informatico. Sono telegrammi digitali che ricevi per interposta persona, o per procura – come si dice ora.

È un rapporto morboso e puerile, ossessivo e superficiale, in una parola: ultracontemporaneo. Un atteggiamento diffuso specialmente tra accademici, e ragazzini.

Sai che la faccenda è piuttosto eloquente: dice moltissimo sulla nostra relazione col pensiero degli altri e i pensatori; sulla morte e la memoria; sull’attaccamento all’informazione e quindi alla vita; su cosa significhi avere un dispositivo e una connessione. Sulle cose sottomano, in sostanza.

Di più: sull’esserci e faticare a farlo. Sull’esserci come waterboarding – un buon titolo per Cronopio.

Soprattutto, sulla scrittura e la sua eredità, sul testo e la decostruzione dello stesso. Sull’umano, l’animale che siamo, e sul mondo «a venire». Sull’amicizia: magari a distanza, impossibile, e tuttavia sempre presente.

Dice questo e molte altre cose, ma le lasci dire agli altri. O che a farlo sia ancora Nancy.

In copertina: Sally Mann, Untitled, 1998

Samir Galal Mohamed

(Sassocorvaro, 1989) ha esordito con la silloge “Fino a che sangue non separi”, contenuta in «Poesia Contemporanea. Dodicesimo Quaderno Italiano» (Marcos y Marcos, 2015). Il suo primo libro, “Damnatio Memoriae”, è incluso nella collana di poesia “Lyra Giovani” (Interlinea Edizioni, 2020). Suoi testi e interventi appaiono regolarmente in riviste cartacee e online, italiane e straniere. Attualmente vive a Milano, dove insegna filosofia e storia nelle scuole superiori.

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