Phoenicurus ochruros & Homo sapiens
Sarebbe bello avere una storia comune,
anche solo un’avventura, un vero incontro, insomma,
che lasci l’impronta a lungo nel carattere, come un germe,
qualcosa capace di espandere e modificare,
nell’interno tuo e mio, e magari ci migliori,
però niente invidie (per i miei apparati
elettrici ed elettronici o per le tue
ali, il tuo piumaggio invidiabile)
niente spaventi e sospetti, guardiamoci
per quello che siamo – due organismi a spasso –
mettiamo da parte le diffidenze di specie,
(tu soprattutto) o le manie di sopraffazione
(io in particolare), giungiamo maturi, sgombri
d’intime amarezze, a questo faccia a faccia: tu
senza dubbio possiedi il segreto della leggerezza,
non solo fisica, ma soprattutto morale, perché non basta
staccarsi dal suolo per avere voglia di canticchiare,
saettando tra rami e cime di pali, io cerco
di essere leggero, di staccarmi dalla mia storia
personale, ma c’è quella poi di popolo e di genere,
di classe sociale, c’è l’intera storia umana persino
che pesa ben più della gravità terrestre, che mozza
continuamente il fiato, avessi un po’ dei tuoi sacchi
airiferi, ossa cave ma robuste, l’acutezza visiva,
mi muoverei con più agio e baldanza, ma appena
smetto di ricordare chi sono, mi sento
non leggero, ma vuoto, faccio un rumore
cavo e mentre tu stridi allegro io giro in testa
un sonaglio di parole, per meglio stordirmi, per non vedere
gli spalancati dintorni del mondo, e la nostra
singola, e collettivamente orchestrata, sparizione.
(Montricher, comune del canton Vaud, distretto di Morges, Svizzera francese)