Caro,

Una calanque vicino Marsiglia, ma potrebbe anche essere Sferracavallo. Immagine che mi accompagna sempre.

Pelle aggrinzita dei polpastrelli, lontane voci materne che ordinano di rientrare. Ma l’acqua salata si è insinuata nelle orecchie ! Allora ancora scivolare sull’orlo che il mare fa con l’aria, il corpo sospeso. Andare sotto con gli occhi aperti, rossi, per vedere meglio. « Je plonge comme le sang coule dans mes veines ». Si, quando l’estate arriva, e nuoto, mi vengono in mente Michaux e l’Orazio del liceo. « Quand l’âme quitte le corps par le ventre pour nager, il se produit une telle libération de je ne sais quoi, c’est un abandon, une jouissance, un relâchement intime. »

Tornare a riva è spaventoso quanto nuotare verso il mare aperto.

La tua paura di nuotare con me, di tuffarti e guardare il fondo mi aveva turbato e stizzito.  Ma quando avrai « invigorito l’animo e le membra, allor potrai nuotar senza corteccia ».

Forse ci troveremo in fondo al mare. Forse non avrai più paura d’abbandonarti al mare. Ed io, della tua paura.

Un bacio acquatico

Storica dell'arte, ricercatrice presso il Centre national de la recherche scientifique (CNRS) a Parigi. È stata borsista dell'Accademia di Francia a Roma-Villa Medici, dell’Ecole Française de Rome e del Kunsthistorisches Institut in Florenz. Interessata alla dimensione politica e culturale delle produzioni artistiche e visive dell'Italia moderna, lavora attualmente sulle immagini di pratiche ludiche e su come queste plasmano pratiche sociali, spazi e corpi nella prima età moderna. Sta preparando un libro ("Sottosopra. Corps à contre-sens dans les images entre Moyen âge et modernité") che tratta delle modalità, delle funzioni, dell’espressioni e della dimensione semantica e empatica del corpo umano raffigurato ‘sottosopra’ nella cultura visiva occidentale della modernità.

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