Cara Tess,
ricordi quel film di cui ti parlavo, dedicato a Alexander Iolas? Mi è tornato in mente leggendo le lettere di Fernand Léger alla sua amante, Simone Herman.
Nell’agosto del 1933 Léger è ad Atene per il Quarto Congresso Internazionale d’Architettura Moderna. Il suo intervento si intitola “De l’Acropole à la Tour Eiffel”. Ha un approccio molto critico nei confronti delle rovine. Visita l’Acropoli e scrive a Simone: «Questa vecchia rovina è ora preda dei letterati, dei poeti ufficiali – l’arte greca che amo per il suo aspetto preciso, determinato esatto – finito ed elegante – di questo non resta più nulla – rimane solo un caos Romantico e spettacolare, una massa disgregata che «stupisce» dunque lei comprenderà come quella cosa stupefacente drammatica sia ormai distante anni luce dal «fatto Greco!» esattamente agli antipodi».
(Adoro il modo in cui Léger usa il trattino.)
Insieme alla lettera invia a Simone una cartolina: la riproduzione di una Koré arcaica custodita nel museo dell’Acropoli. E scrive: «È l’equivalente dell’Uccello di B., ma qual è meglio?» B. sta ovviamente per Brancusi. Questa associazione sarebbe piaciuta a Warburg.
Così ho rimesso il film. Ho cercato la Koré nella parte dedicata al Museo Archeologico. Inutilmente. Però il film è sempre magnifico. A partire dal titolo: Fall into Ruin.
