Lo screziato alieno danzante che è la poesia di Myra Jara Toledo – da qualche tempo tornata nel suo paese d’origine, il Perù, dopo anni di smarrimento romano – si muove da sempre, ha scritto Carlo Bordini nel presentarla ai lettori italiani, «tra la cronaca e il sogno». Dove la cronaca di una vita smodata e irrefrenabile è sognante quanto è materiale e tattile, quasi, la sostanza di cui sono fatti i suoi sogni.
Tutti e quattro gli elementi della cosmologia antica sono convocati in questa partitura di ancestrale primordialità; ma a spiccare sono i più impalpabili e confusivi (il vero e proprio motto che qui suona «mi piace essere confusa», in effetti, si può leggere anche così): l’aria e l’acqua. E l’acqua – nel background simbolista e post-surrealista di questa poesia così contemporanea, e così fuori dal tempo – ha un‘aura legata appunto al sogno, alla rêverie e al dérèglement (sebbene Myra una volta mi abbia detto di non amare così tanto Rimbaud, è alla sua imagery subacquea – che tanto salò il sangue ai surrealisti, appunto – che viene da pensare).
Così quando Myra mi ha mandato le foto da lei scattate dal suo attuale lockdown di Lima, in vista-Oceano Pacifico, mi è parso all’improvviso di riconoscere Ocean Drive, in una certa indimenticabile passeggiata californiana (highlight epifanico di un vissuto, il mio, rispetto al suo tanto più anonimo e banale); ma, soprattutto, l’«eterno inverno trasparente» di questi suoi componimenti inediti (ad anticipare il suo prossimo libro, Sueño autoinducido) scritti in una lingua altra: tanto per lei che per noi. La lingua del sogno, la lingua della poesia: perché è proprio vero che, in letteratura, ogni sogno è autoindotto.
Andrea Cortellessa

El agua es ligera y destructiva
pero la destrucción del agua es hermosa
fui a ver la desaparición de los peces y las ondas
fue hermosa la manera de vaciarse
de destruir a los peces sanos y enfermos
de hablar y de moverse.
L’acqua è leggera e distruttiva
ma la distruzione dell’acqua è bella
andai a guardare la sparizione dei pesci e le onde
fu bella la maniera di svuotarsi
di distruggere i pesci sani e malati
di parlare e di muoversi
(da La distruzione è bianca)

Soy la persona más frágil que he conocido. Soy tan frágil que no parezco real. No puedo creer que sea así. Soy frágil. Me gusta nadar sola. Me gustan las estrellas.
Sono la persona più fragile che ho conosciuto. Sono così fragile che non sembro reale. Non posso credere di essere così. Sono fragile. Mi piace nuotare sola. Mi piacciono le stelle.
(da La distruzione è bianca)
*
Los cuerpos desnudos se mueven como astros. esos astros me gustan pero no me importan. me importan mis manos delgadas y mi vestido purificado. me importa sobre todo mi rostro. me importa mi rostro. los astros que giran íntimamente dentro de mi rostro. me comporto como un mar para que las cosas se degraden íntimamente. las pequeñas estrellas nadan en mí sin sentido.
I corpi nudi si muovono come astri. questi astri mi piacciono ma non hanno importanza per me. mi importano le mie mani magre e il mio vestito purificato. mi importa soprattutto il mio viso. mi importa il mio viso. gli astri che girano intimamente dentro il mio viso. mi comporto come un mare perché le cose si degradino intimamente. le piccole stelle nuotano in me senza senso.
(da La distruzione è bianca)

Los suaves músculos alargados de mis piernas, tienen también gracia, tristeza. Mirar mis piernas, amar mis piernas. Lo que se de mí: acaricio los espejos, rompo el aire, el agua, la vida es peligrosa
I dolci muscoli allungati delle mie gambe, hanno anche grazia, tristezza. Guardare le mie gambe, amare le mie gambe. Ciò che so di me: accarezzo gli specchi, rompo l’aria, l’acqua, la vita è pericolosa
(inedito)
*
I live in a petal
Io vivo in un petalo
(inedito)
*
I turn my fragility into power, I turn my fragility into more fragility, I turn my fragility
This system, this intricate structure of language I am
Trasformo la mia fragilità in potere, trasformo la mia fragilità in più fragilità, trasformo la mia fragilità
Questo sistema, questa intricata struttura di linguaggio che sono io
(inedito)
*
mirror, pain, me, beauty, soft soft poetry with white blood, breathing, nudity, nudity, power
specchio, dolore, io, bellezza, delicata delicata poesia con sangue bianco, respirazione, nudità, nudità, potere
(inedito)

Conversation between two different voices I hear within myself: – Do you remember how much you cried before? – Yes, I do. – Never forget how to cry, how to do it differently than the rest. Even if you consider it pathetic, you must. You can do it that perfectly. – My life right now is my nudity on these soft, beautiful sheets, I love to be blurry.
Conversazione tra due voci diverse che sento dentro di me: – Ricordi quanto hai pianto prima? – Sì, ricordo. – Non dimenticare mai come piangere, come farlo in maniera diversa dagli altri. Anche se ti senti patetica, devi. Tu puoi farlo in maniera così perfetta. – La mia vita adesso è la mia nudità in queste soavi, belle lenzuola, amo essere confusa.
(inedito)
*
(screenshot) isn’t it cool what i feel when i’m free though? it is so mysterious, so out of my hands and everybody’s hands. i can be ill when i’m trapped, and i can feel this cold intelligence flooding my life, wandering over others, wandering. slightly ill is beautiful, it’s where the world starts, i think, the winter, the eternal transparent winter.
(screenshot) non è però geniale quello che sento quando sono libera? è così misterioso, così fuori delle mie mani, delle mani di tutti. posso essere malata quando sono rinchiusa, e posso sentire questa fredda intelligenza che inonda la mia vita, vagando intorno agli altri, vagando. un po’ malata è bello, è dove il mondo inizia, penso, l’inverno, l’eterno inverno trasparente.
(inedito)

Le traduzioni sono di Carlo Bordini e dell’autrice
Le fotografie inserite nel testo sono di Myra Jara Toledo, 2020
In copertina: still dal film L’Atalante, di Jean Vigo, 1934