Dove va l’umanità? Boh!

05/05/2020

La galleria romana Magazzino d’arte moderna ha realizzato un giornale online dal titolo hitchcockiano Rear Window, che pare bene in sintonia con la Situazione in cui ci troviamo: «Ogni numero tratterà un argomento specifico, e diversi artisti e collaboratori sono invitati a contribuire con le loro considerazioni e pensieri». Il # 1, 1-16 aprile 2020, altrettanto inevitabilmente è dedicato al tema La Natura si riprende se stessa. E presenta opere e commenti di Massimo Bartolini, Elisabetta Benassi, Mircea Cantor, Francesco Bonami e del «collezionista S.P., che ha chiesto di rimanere anonimo». Il lavoro di Elisabetta Benassi, The Crow, si ricollega alla sua ben nota ossessione per Pier Paolo Pasolini e consiste di quattro fotogrammi da Uccellacci e uccellini (1966), uniti alla sua trascrizione dalla sceneggiatura originale del film. A questi materiali Betta ha ora aggiunto una sua considerazione che trovo assai “antididascalica”. E, a suo modo, molto canora.

A.C.

In questi giorni le città del pianeta sono state occupate dagli animali di ogni genere, le strade, le piazze vuote, le autostrade, i corsi d’acqua… e mi vengono in mente soprattutto gli uccelli, che hanno acquisito una voce nuova e rendono tangibile lo spazio vuoto, il silenzio. Solo loro cantano, noi stiamo ad ascoltare chiusi nelle nostre case. Sarebbe bello fare un film, in cui siano gli animali gli unici protagonisti; animali che parlano, come nel film del 1966 di Pier Paolo Pasolini Uccellacci e Uccellini in cui un corvo (interpretato dal poeta Francesco Leonetti) interroga i due protagonisti Totò e Ninetto sul senso della vita, della morte e sul destino dell’umanità.   «Amici, dove state andando?
Allora, amici, dove state andando?»

«Ecco, se vi interessa, potrei dirvi che vi siete comportato da piccolo-borghese, e che in questo siete vittima di una società dove la regola è che il pesce grosso mangia il pesce piccolo. Non vi dico, io: Avete fatto male, vi dico: – Attento che un pesce grosso non mangi voi! Ah ah!»

«Se cominciano a non esistere più le nazioni, non cominceranno a non esistere più le Vie Nazionali? A meno che non siano sempre state un’ipocrisia?»

«Ah borghesia… Il bello è che la vita ti dà ragione, ed è quello che tu vuoi che sia, senza lasciar posto a niente altro che sia diverso. Tu hai ragione, e avrai ragione per sempre. La vita ha i suoi colori! Il colore dell’aridità, il colore dell’abiezione, il colore della paura, il colore dell’ironia, il colore della mancanza di ogni colore! E c’era una volta un bel colore rosso… Ah borghesia, hai identificato tutto il mondo con te stessa; questa identificazione segna la fine del mondo; ma la fine del mondo sarà anche la tua.»

Elisabetta Benassi

(Roma, 1966) è attiva nel panorama internazionale sin dai primi anni Duemila; nel 2018 ha vinto la terza edizione del concorso Italian Council. Oltre alle numerose esposizioni personali e collettive, in Italia e all’estero, l’artista vanta numerose partecipazioni ad alcune delle manifestazioni dell’arte contemporanea più rilevanti, tra cui si ricordano tre edizioni della Biennale di Venezia: “ILLUMInazioni | ILLUMInations” (2011), alle Corderie dell’Arsenale, curata da Bice Curiger; “Viceversa”, Padiglione Italia (2013); “Personne et les Autres”, Padiglione del Belgio (2015). Tra le grandi rassegne internazionali ha preso parte alla II Berlin Biennale (2001), a Manifesta 4 (Francoforte 2002), a “I Moderni/The Moderns” (Castello di Rivoli 2003). Tra le sue ultime personali “Voglio fare subito una mostra”, Fondazione Merz Torino (2013); “Smog a Los Angeles”, CRAC Alsace, Altkirch (2013); “That’s Me in the Picture”, Gallery Jousse, Parigi (2015); “Letargo”, Magazzino, Roma (2016); “Passato e Presente”, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma (2017); “It Starts With The Firing”, Collezione Maramotti, Reggio Emilia (2017); “The Sovereign Individual”, Gallery Jousse Entreprise, Parigi (2018). Tra le mostre collettive: “Art and Press”, Martin-Gropius-Bau, Berlin-ZKM Center for Art and Media, Museum of Contemporary Art, Karlsruhe (2012); “More Than Just Words (On the Poetic)”, Kunsthalle, Vienna (2017); “D’une Méditerranée-L’autre”, FRAC, Marsiglia (2017); “Après”, Galerie 3, Centre Pompidou, Parigi (2017); “Untitled”, Peter Freeman Inc., New York (2019).

English
Go toTop